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martedì 19 marzo 2024

VIGNAIOLI E VINI — il Blog di Nadio Stronchi

Nadio Stronchi

Nadio Stronchi, autore di “Vignaioli e vini della Val di Cornia e Isola d’Elba”, è un appassionato cultore di vini e, più in generale, di mondo agricolo. Bibliofilo e instancabile ricercatore è stato promotore di attività enoiche dentro la storia locale Val di Cornia, Toscana

​La lotta eroica dei docenti e degli enologi

di Nadio Stronchi - mercoledì 14 settembre 2022 ore 08:00

Ci sono sogni e sogni, quelli ancestrali dentro una grotta condizionati dalle paure, quelli dei tempi che sono passati arrivando ai nostri giorni con una differenzazione da quelli del sonno a quelli fatti ad occhi ben aperti, più veritieri anche se, a volte, troppo fantastici. 

A me piacciono quest’ultimi. Dopo avere letto molti testi, avere parlato con molte persone qualificate sulla vitivinicoltura; dopo avere girato per molti territori, ma in modo approfondito il mio territorio, chiaccherato con molti produttori, vignaioli e cantinieri mi sono fatto delle idee che non sono certo quelle di un diretto produttore, ma quelle di un libero pensatore che non è condizionato dalle complessità di un’azienda vinicola, mi sono domandato del perché, spesso, non vengono attuate, con un cambiamento continuo, tutti quegli accorgimenti nuovi che fanno realizzare dei prodotti sempre più ottimi e a volte eccellenti. 

Allora mi fermo un attimo a riflettere in un contesto più ampio che è quello antropologico e vediamo subito come quello dell’uomo sia un comportamento contraddittorio tra il dire e il fare; Tra le promesse e il realizzato, tra i tentativi di lavorare collettivamente e quelli singolarmente, quest’ultimi sono quelli più positivi e incisivi. Toro Seduto, capo dei Nativi Americani una volta disse ad un giornalista: “io non lavorerò mai per un bianco, perché esso mi impedisce di sognare”. Personalmente sono convinto che tra gli umani ci sia il 50% che crea dei problemi a l’altro 50%; Queste divisioni non sono mai uguali è non sono mai della stessa gravità, ma le possiamo distribuire un poco in tutti gli aspetti della vita. 

Tutto ciò fa rallentare il corso del lavoro che fanno i docenti nelle Università, degli enologi sul “campo”, dei vignaioli nel vigneto, dei cantinieri in cantina. Ma ci sono dei soggetti, nella vitivinicoltura, che sono nati sognatori, liberi dal lato economico e culturale, e operano con molto margine di ufficiosità per creare la loro porzione di “stelle” vini che tengono alto il prestigio dell’enologia italiana. Spesso mi “unisco” a loro e corro con la mia fantasia mettendo dei pezzetti di enologia, creata da menti eccelse come il docente di vitivinicoltura Attilio Scienza molto concreto nelle sue ricerche e nel fare; Prendo dei pezzetti di enologia da lui dettati e fatti e creo dei miei mosaici teorici. E’ certamente, il mio, un sogno diverso. E’, poi, bello anche mettersi alla finestra e guardare le cose belle che passano anche di altri docenti ed enologi.

Intanto prendete nota di un gioiello di vino di Attilio Scienza, suo figlio Daniele e sua nuora Annalisa, di Bolgheri, chiamato JASSARTE: nome antico che Erodoto, filosofo greco, lo aveva individuato come un fiume insieme all’Indo, tra Kazakistan e Uzbekistan, oggi chiamato Syr Darya che divide l’oriente dall’occidente nella zona del Caucaso.

Come sappiamo, ora, che quel territorio è stato la culla dell’origine della vite da vino.

Jassarte: vino IGT, fatto con 30 qualità di uve dello stesso vigneto (Cru), vendemmiate in tempi diversi anche se ravvicinati.

Mi ha dato le seguenti sensazioni organolettiche. Colore: rosso intenso, con sfumature amaranto. Profumo: Intenso, armonico, sentori di frutta rossa matura e cioccolato. Gusto: pieno, armonico, legg. Tannico, ottima sensazione finale.

Chi ha un ottimo olfatto ci pole sentire molte altre caratteristiche. Ecco perché ognuno di noi ha un giudizio diverso che non si deve discostare molto.

Nadio Stronchi

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