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mercoledì 14 maggio 2025

VIGNAIOLI E VINI — il Blog di Nadio Stronchi

Nadio Stronchi

Nadio Stronchi, autore di “Vignaioli e vini della Val di Cornia e Isola d’Elba”, è un appassionato cultore di vini e, più in generale, di mondo agricolo. Bibliofilo e instancabile ricercatore è stato promotore di attività enoiche dentro la storia locale Val di Cornia, Toscana

​Dove non c’è cultura enoica, provvede l’immagine

di Nadio Stronchi - mercoledì 14 maggio 2025 ore 08:00

Il primo umano che capì come si trasformava l’uva in vino, si battè i pugni sul petto difronte ad altri umani; Fù il primo “spot pubblicitario della storia umana. Dopo di lui una miriade di persone e personalità si sono diluite nel tempo arricchendo il vino di cultura concreta, ma anche di fantasie. Più immagine più potere, più vantaggi! Però, da qualche parte su qualche collina hanno vissuto e vivono gente umile, ma attente. Ogni mattina guardavano ai quattro orizzonti con lo stimolo di fare di più e meglio in piena autonomia. Situazioni e eventi dettati dallo stato di necessità e dal caso. 

Da qualche parte dei territori c’è sempre qualcuno che con operazioni semplici, ma scrupolose che hanno creato qualcosa che somiglia a un “ricamo”. In questo caso da delle semplici viti, adorate come faceva Aldo Aldi del Giglio che gli aveva messo ad ognuna il suo nome, così facendo una vigna, quasi un “salotto” di campagna; Le proteggeva da malattie e ne controllava la maturazione che doveva essere equilibrata, facendo dai primi di agosto continui assaggi degli acini. Lui, produceva “Ansonaca” in gigliese, Ansonica che gli dava dei piccoli grappoli essenziali, originari di chissà di dove (forse, dalla Grecia?). E poi, ricordo quando mi portarono una bottiglia di Aleatico da un lt. con tappo a corona, la meglio tappatura, di un produttore che ne produceva alcune decine di lt.

Quando lo degustai mi dette delle sensazioni di eccellenza; Rimasi stupefatto, ma anche preoccupato che quel produttore fosse molto in avanti con gli anni, per lui e il futuro vino. Intendiamoci, questi vini li producono anche oggi, ma queste “nicchie” vorrei che non finissero mai. Sono consapevole che l’economia efficiente non si fa con troppa frammentazione di aree produttive, ma sarebbe bello ci fosse una continuità e al posto del piccolo produttore che si esaurisce, vorrei ci fosse sempre qualche vignaiolo-cantiniere e che si salvasse dalla cultura piena tecnica esasperata e di pubblicità, special modo dei “guru” della enologia, compiacenti ma prigionieri delle pianificazioni enoiche che per differenziarsi, a volte , stravolgono la storia umana che ha fatto e fa vini di nicchia. 

La realtà territoriale enoica storicamente italica, dopo la nascita della Repubblica, 1946, con il giusto principio del diritto alla proprietà di ogni cittadino, si è frammentata in centinaia di migliaia di piccole e medie proprietà che hanno creato anche prodotti eccellenti, che, oggi, definiamo nicchie produttive; Tra le prime ci sono stati i vini. Tutt’oggi ce ne sono rimasti, ma sarebbe necessario fossero tutelati da leggi e norme che agevolassero la presenza e trovassero un equilibrio economico in un contesto che spesso travolge anche molti medi e grandi produttori. Le nicchie produttive sono la nostra salvezza culturale e non solo. Nei corridoi della UE c’è chi non la pensa così.

Vi propongo un vino che si salva da solo; fatto con uva di Ciliegiolo, tipica uva toscana, usata, spesso, per ammorbidire altri vini fatti, per esempio, il Sangiovese; Con il suo fruttato e tannini morbidi. Prodotto da una piccola azienda del Val di Cornia, annata 2024, in piena “forza”. Il suo nome è Volpato: strano nome ma, deriva dalla piccola zona Casal Volpi. Tutti i nomi portano a casa! Ecco il vino: Volpato, “Ciliegiolo di Toscana” IGT, 2024, Az, Nannini-Guidi, nel Comune di Piombino, Li. 

Alla degustazione mi ha dato: Colore: rosso rubino intenso, un poco violaceo. Olfatto: Etereo, ma armonico, persistente con fruttato di Ciliegia matura. “Si fa bere con il naso”. Gusto: pieno e caldo, armonico, si ripete il fruttato, persistente. Più tipico di cosi non si può. Se andate nel podere per degustare i vini, troverete, secondo indicazioni qui sotto, delle belle sorprese con panorama e vigneti.

Nadio Stronchi

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