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venerdì 10 ottobre 2025

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

Prendere posizione per la salute e l’incolumità

di Federica Giusti - venerdì 10 ottobre 2025 ore 08:00

Uno degli articoli del Codice Deontologico degli Psicologi afferma che lo psicologo deve operare per promuovere il benessere psicologico dei soggetti, dei gruppi e delle comunità, anche in contesti preventivi e non solo terapeutici. Si capisce bene, quindi, che lo psicologo, in questo momento storico, non può non essere dalla parte della tutela della salute, non solo mentale, delle popolazioni civili colpite dalle guerre e dalle conseguenze delle stesse.

Prendere posizione è un atto dovuto al livello etico, deontologico e non politico. Noi in qualità di terapeuti non abbiamo la pretesa di conoscere e comprendere le dinamiche insite del diritto internazionale, bellico né economico. Ma sappiamo da che parte stare, e stiamo dalla parte di coloro che soffrono e che sono lasciati soli nel loro destino.

Molte sono le situazioni ad oggi nel mondo che vedono gli innocenti soffrire, ma sicuramente ciò che accade a Gaza non può lasciarmi indifferente come professionista della promozione del benessere e della salute.

Uomini e donne lesi nei loro diritti fondamentali, uccisi con le armi ma anche dalla fame e da condizioni di vita che non sono più compatibili con la vita stessa, e bambini, migliaia di bambini costretti a vivere in condizioni atroci per poi, magari, morire di stenti. Una popolazione a cui non viene concesso di mangiare e di bere, di avere le cure adeguate anche al livello fisico, è una popolazione evidentemente distrutta sul piano emotivo e psicologico, ed ecco perché ne parlo qua in qualità di psicologo.

Subire crimini di guerra di questa portata, se non uccide fisicamente, “uccide l’anima” di questi adulti e dei futuri adulti. La prevenzione psicologica, a mio avviso, passa anche di qua.

Sento il bisogno di prendere posizione, sento il bisogno di schierarmi, sento il bisogno di urlare dalle pagine di questo Blog la necessità di intervenire per salvaguardare la salute anche del popolo palestinese. Mi sono formalmente impegnata, come ogni altro collega, a rispettare il nostro Codice Deontologico, e se non parlo, se non provo a buttare la mia goccia nel mare, sento che non sto rispettando ciò in cui credo.

Gli attuali studi che si trovano online dal punto di vista dei danni psicologici causati dallo sterminio evidenziano che la popolazione civile di Gaza è soggetta a gravi ripercussioni psicologiche, tra le quali un disturbo post- traumatico da stress, disturbi importanti nei bambini di natura psicosomatica, relativi alle difficoltà nel sonno, difficoltà di concentrazione, paura costante, gravi forme di ritiro sociale, nonché un evidente aumento di condizioni emotive traumatiche complesse e impattanti nel breve, medio e lungo termine.

Noi psicologi siamo chiamati anche a fare prevenzione, e quello che ci si para davanti è un enorme vaso di Pandora stracolmo di disturbi e problematiche con impatti sconvolgenti.

Dobbiamo intervenire. Dobbiamo farlo adesso. Torniamo umani.

Federica Giusti

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