Attualità venerdì 10 gennaio 2025 ore 10:21
"La Maremma rischia di diventare zona industriale"
L'allarme lanciato dal Gruppo d'Intervento Giuridico (GrIG) a seguito dei diversi progetti di rinnovabili che insistono dalla Val di Cornia verso sud
VAL DI CORNIA — Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inoltrato un nuovo atto di intervento nell’ambito di un nuovo procedimento di Valutazione di impatto ambientale relativo al progetto di centrale agrivoltaica con centrale di accumulo proposto da una società milanese in località Campigliola nella Maremma grossetana a Manciano.
Questo è uno degli ultimi progetti noti relativi a parchi per l'accumulo di energia da fonti rinnovabili. Il progetto si aggiunge infatti a quelli per le centrali eoliche proposte nella Maremma livornese, fra Campiglia Marittima, Piombino e Suvereto. Per questi il GrIG ha già presentato osservazioni a fine 2024. Per quanto riguarda la Maremma, altri progetti per parchi eolici o fotovoltaici interesserebbero le zone di Sorano, Pitigliano, Ischia di Castro e Manciano.
Per il GrIG il rischio è che in Maremma si attui complessivamente "un mega-progetto di centrale agrivoltaica, sei progetti di centrali eoliche per complessive 65 torri eoliche nella Maremma toscana, in una zona ricca di emergenze ambientali, archeologiche e storico-culturali, nonché di grande richiamo turistico".
No quindi al far west energetico. "Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi. - hanno commentato - Ma non sono solo le associazioni e i comitati realmente ambientalisti a sostenerlo. Il sacrosanto passaggio all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile (sole, vento, acqua) dalle fonti fossili tradizionali (carbone, petrolio, gas naturale) in assenza di pianificazione e anche di semplice buon senso sta favorendo le peggiori iniziative di speculazione energetica".
Intanto prende campo la proposta di legge regionale per le aree idonee per la realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile che prevede la rideterminazione delle aree idonee avvenga una volta nell’ambito di un percorso tra Comuni e Province (leggi qui l'articolo collegato).
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