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Attualità giovedì 05 gennaio 2017 ore 14:55

Slow Food mette un freno alla Tirrenica

“L'autostrada è un progetto impattante che inciderà su agricoltura, agroalimentare e tutto l'indotto”, Slow Food promuove una petizione



GROSSETO — Al coro di no per l'autostrada Tirrenica si aggiunge anche la voce di Slow Food che chiede un altro tipo di sviluppo che "non mangi prezioso suolo fertile".

“Da un lato si invita il territorio della Maremma a dare vita ad azioni di promozione dell’agroalimentare locale, a tenere alta la qualità delle produzioni in un territorio incontaminato dove la tradizione trova uno dei suoi punti di forza. Dall'altro, lo si vuole stravolgere con un progetto impattante come quello dell'Autostrada Tirrenica, un piano che metterebbe a rischio produttori e operatori del territorio”, si legge in una nota del presidio Slow Food che attraverso i membri del comitato esecutivo regionale esprime la propria preoccupazione alla luce di quanto sta accadendo in Maremma.

“Come Slow Food Toscana siamo insieme a cittadini, sindaci, aziende e associazioni di categoria del territorio e manifestiamo la nostra preoccupazione per il futuro dell'area e il nostro dissenso alla realizzazione della nuova Autostrada Tirrenica. - hanno detto - Un'opera ex novo non risolve problemi vecchi di vent'anni. La prima cosa da risolvere dovrebbe essere quella della sicurezza con standard adeguati, in particolare sul fronte del dissesto idrogeologico degli ultimi anni dovuto a gestioni ambientali sovraterritoriali poco oculate". 

L'appello è che la Regione e gli enti preposti riflettano su cosa serva in questo momento alla Maremma, piuttosto che discutere quale sia il migliore tracciato per meglio realizzare la Tirrenica. La convinzione, infatti, è che al territorio non serva una viabilità veloce, ma una riqualificazione di quella esistente. Le forze, insomma, dovrebbero essere riversate sull'adeguamento dell'Aurelia. 

Per questo Slow Food è tra i promotori di #People4Soil, petizione europea per la difesa del suolo sostenuta da più di 400 associazioni. L'obiettivo è quello di raccogliere in un anno un milione di firme in tutta Europa affinché il Parlamento europeo riconosca la terra come un patrimonio comune che necessita di protezione e rediga una legge per una gestione sostenibile di essa.


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