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Attualità mercoledì 12 novembre 2014 ore 18:43

Albinia ricorda la tragica alluvione del 2012

L'esondazione del fiume Albenga devastò Albinia e gran parte della zona sud della Maremma provocando 6 morti e quasi 600 sfollati



GROSSETO — Il fiume Albegna ruppe l'argine poco dopo passata la mezzanotte poco a sud della Marsiliana. A franare sotto il peso di milioni di ettolitri di acqua che scorrevano violentemente verso valle dopo le piogge incessanti di quei giorni fu lo spaltone di Quarto Albegna, a sud del Ponte di Sant’Andrea che poi crollò

Tutta la piana della Marsiliana fu invasa da circa un metro d'acqua e fango. Acqua che in poco meno di un'ora raggiunse Albinia che aspettava da tutto il giorno che qualcuno passasse almeno ad avvertirli di quello che sarebbe potuto succedere. L'acqua limacciosa corse veloce lungo la Maremmana e, sull'Aurelia, incontrò un ostacolo imprevisto, ovvero il new jersey di cemento armato che divide le corsie: l'acqua invece di scorrere verso la laguna tornò indietro e invase il paese. Sott'acqua finirono il campo sportivo, le scuole, tutte le attività commerciali del paese. Senza dimenticare i quasi settecento sfollati che trovarono rifugio al palazzetto dello sport di Orbetello perché le loro case, tutte quelle che si trovavano ai piani bassi, furono coperte dal fango del fiume. Giorni intensi, di solidarietà totale: ad Albinia confluirono da ogni parte della Maremma e non solo, ragazzi e ragazze, che per il solo spirito di volontariato, aiutarono a spalare il fango. 

Le vittime -  Tre  dipendenti Enel ingoiati dalla frana al ponte di Sant’Andrea, Paolo Bardelloni, Antonella Vanni e Maurizio Stella; Lina Balocchi, travolta dall'esondazione dell'Albegna mentre viaggiava in auto con il figlio lungo la Maremmana 74; Sirghi Georgeta, trovato nel lago di Burano; e Giovanni Serrati, travolto da un’onda di piena a Capalbio. Inchiesta da chiudere secondo la procura. Assolutamente no per i familiari delle vittime che si sono rivolti agli avvocati. E sono stati proprio i legali a chiedere al giudice di non archiviare quella tragedia senza che sia stato possibile individuare le responsabilità.


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