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Attualità martedì 15 agosto 2023 ore 18:40

Nei menu di Ferragosto la mania del granchio blu

Il granchio blu
Il granchio blu (Callinectes sapidus)

La diffusione del crostaceo alieno è un'emergenza, ma i toscani lo stanno scoprendo anche come risorsa gastronomica a tavola. Qualche ricetta



TOSCANA — E' scoppiata nei menu di Ferragosto dei toscani la granchio blu mania, col crostaceo alieno che - oltre a essere problema, e anche serio, per i pescatori e per l'equilibrio in generale degli ecosistemi marini - si scopre risorsa della tavola dove spopola nel piatto.

C'è chi tenta di pescarlo per conto proprio così da farne incetta per le preparazioni domestiche, e a Castiglione della Pescaia si è addirittura fatto a gara retini alla mano. Ben più pratico intercettarlo sui banchi di un numero sempre maggiore di supermercati. Le forniture hanno preso piede dalla cooperativa Orbetello pesca lacunare, dato che proprio la Laguna è stato il primo specchio d'acqua ad essere pericolosamente invaso dal granchio blu. 

Ora però la vendita si espande, anche perché il prezzo è competitivo assai: i crostacei alieni sono battuti 8,95 euro al chilo circa, rispetto ai 15 euro al chilo del classico granchio grande atlantico.

E se nella Laguna di Orbetello è stato registrato il primo aumento degli esemplari, altri via via sono stati tirati su con le reti alle Secche di Vada, mentre si segnalano presenze anche a Marina di Pisa, Foce Arno, Elba e ultimamente anche a Piombino nell'area della costa Est.

Granchio blu: come gustarlo

Al rosmarino, in insalata alla veneziana, a condire spaghettoni dopo una bella saltatina in padella con l'aglio: non sono che alcune delle proposte per consumare il granchio blu a tavola formulate dai cuochi pescatori e contadini della Coldiretti per arginare una diffusione della specie invasiva che fa strage di cozze, vongole e orate con danni ingentissimi.

Certo eradicarlo mangiandolo no, non sarà possibile. Come si dice, però: tutto fa. E allora ecco i menu a base di granchio blu, che tra l'altro oltre ad essere ottimo al palato ha anche un alto contenuto di vitamina B12 il che lo rende importante sotto il profilo nutrizionale.

Ma non solo cuochi pescatori: le ricette a base del nuovo e indesiderato inquilino dei mari italiani impazzano sul web. Va per la maggiore il condimento per la pasta, ma non mancano declinazioni più creative anche da parte di chef blasonati e con tanto di tutorial. E per i più arresi in cucina, ecco il piattino con la polpa al vapore e un filino d'olio appena. Insomma, da predone dei mari a re delle tavole per l'estate 2023 il protagonista è lui: il granchio blu.

Granchio blu: come è fatto e da dove arriva, la parola agli esperti

A studiare il caso dei granchi blu è l'Arpat che, nell’ambito della la Direttiva europea sulla Marine Strategy, effettua il monitoraggio delle specie non indigene, dette NIS. Tale monitoraggio è stato effettuato prima nel porto di Piombino ed attualmente nel porto di Livorno dove, dal 2021, vengono utilizzate anche le nasse per la raccolta degli organismi bentonici, che vivono cioè in stretto rapporto con il fondo marino. Al momento, nell’ambito di tale attività, non si registrano catture di tale specie.

Nello specifico il granchio blu (Callinectes sapidus) è una specie aliena invasiva per il Mar Mediterraneo. È nativo dell’Oceano Atlantico occidentale. Il suo areale d’origine si estende lungo le coste degli Stati Uniti, dell’America centrale e del sud America, ma negli ultimi decenni si è introdotto in diverse aree d’Europa tra cui il Mar Mediterraneo. È stato segnalato la prima volta nel 1949 nel Mediterraneo e negli ultimi anni si è ampiamente diffuso soprattutto in Adriatico, in prossimità di lagune ed estuari. 

L'animale presenta un largo carapace, fino a 20 centimetri di color bruno-verdastro, con macchie biancastre con una lunga spina ai due lati, zampe blu e lunghe chele blu all’estremità. È un predatore che si nutre di gasteropodi, bivalvi, crostacei, piccoli pesci, vermi e meduse, fino a cibarsi anche di materiale vegetale e rifiuti.

Come spiegato dalla stessa Arpat, si tratta di una specie altamente competitiva che può comportare danni agli ecosistemi. Tra gli effetti negativi è da evidenziare anche l’impatto sulle specie algali di cui può nutrirsi e anche sulla pesca e le attività produttive in genere.

Cosa fare allora? L'eradicazione ad oggi risulta una opzione impossibile, recenti studi hanno spinto a considerare il granchio blu un alimento e consentirne la commercializzazione. 


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