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Attualità venerdì 04 agosto 2023 ore 18:10

Sanità, si accorciano i tempi d'attesa per visite ed esami

tac

Aumenta il volume di richieste di prestazioni ma migliora la performance sul rispetto dei tempi di erogazione. Recupero anche sulla chirurgia



FIRENZE — Aumenta vistosmente il volume di prestazioni sanitarie richieste ma in Toscana migliora la performance sul rispetto dei tempi di erogazione, mentre si registra un recupero anche su interventi chirurgici e prestazioni ambulatoriali: è il punto della situazione sulle liste d'attesa in sanità, con il bilancio di quanto avvenuto nel primo semestre 2023 esposto oggi 4 Agosto in una conferenza stampa dal presidente della Regione Eugenio Giani, dall'assessore regionale alla sanità Simone Bezzini e dal direttore della direzione sanità della Regione Federico Gelli.

Anche nel 2023 le richieste di visite e prestazioni diagnostico ambulatoriali sono cresciute in modo considerevole: rispetto al 2019, prima della pandemia, e rispetto al 2022. Una crescita percentuale a due o tre cifre, risonanze magnetiche e Tac in testa (già oltre 220mila e 253mila dall’inizio dell’anno). Nonostante però l’aumento delle prescrizioni, il sistema sanitario regionale è riuscito a migliorare il rispetto dei tempi di attesa previsti a seconda dei codici di priorità. Un trend in crescita, a guardare le statistiche che misurano gli appuntamenti presi.

Dal 1 gennaio 2023 ad oggi il 98,9% delle visite urgenti prenotate sono state fatte entro i tre giorni successivi: il 98,6% per quanto riguarda la diagnostica. Sulle prestazioni brevi, quelle da garantire entro 10 giorni, il valore registrato nella prima metà di Luglio è arrivato al 91,58% per le visite e all’88,36% per la diagnostica. Erano rispettivamente il 79,55% e il 71,79% a Gennaio.

Il miglioramento sulla prestazioni differibili - ovvero visite da farsi entro 30 giorni e diagnostica entro 60, secondo le indicazioni nazionali – è meno accentuato, ma c’è. Si tratta delle prescrizioni più numerose e l’asticella è arrivata a Luglio all’83,70% per le visite e al 73,90% per la diagnostica. Centrano invece il 92% e 84,4% le prestazioni programmabili, da garantire entro 120 giorni.

Tra le misure dispiegate c’è a anche l’utilizzo della spesa in deroga concessa dal governo: 23 milioni di euro per la Toscana, di cui già sono stati utilizzati (da Aprile a Giugno 2023) 9,5 milioni e che entro l’autunno saranno impiegati nella loro interezza. Con queste risorse sono stati recuperati 3.588 interventi chirurgici e 84.863 prestazioni ambulatoriali.

E’ stato l’assessore Bezzini a riepilogare le azioni messe in campo: alert per superare il fenomeno delle liste chiuse, gestione delle preliste, rapporto corretto tra libera professione ed attività istituzionale, impiego di risorse aggiuntive ma anche una nuova governance, con la creazione di un gruppo regionale formato da manager per il governo delle liste, linee guida più definite sul governo della domanda e l’offerta delle prestazioni, distinzione tra agende di primo accesso e di accesso successivo.

I dati: analisi e prospettive

“Registriamo un’inversione di tendenza ed è un dato importante, frutto delle varie azioni messe in campo dall’inizio dell’anno”, ha spiegato Giani. “E’ stato il nostro principale impegno: abbattere le liste di attesa e restringere i tempi, soprattutto nei casi urgenti, l’obiettivo è fondamentale per garantire efficienza e qualità del servizio sanitario pubblico, che gli indicatori ci riconoscono, sui Lea (i livelli essenziali di assistenza) siamo la seconda regione in Italia, ma che a volte non viene percepita”.

"Quello delle liste di attesa è un problema di portata storica - ha osservato bezzini - che accompagna i sistemi pubblici universalistici che vogliono garantire equità di accesso". Ed ha aggiunto: “Possiamo dire di intravedere segnali positivi, pur con la cautela e la prudenza che occorre usare quando si parla di temi e situazioni come questi, che riguardano migliaia e migliaia di prestazioni da garantire ai cittadini ogni giorno”.

“Vediamo - prosegue Bezzini - che c’è anche un miglioramento della presa in carico dei pazienti e delle relazioni tra medici di base e specialisti”. Lo si misura dal trend in discesa delle prime visite sul totale delle visite prescritte e delle prescrizioni di medici specialisti sul totale delle prescrizioni di controllo dall’inizio dell’anno. Dal 72,4% che erano nel 2019 sono passate al 91,39%

Per alcune aree sono raddoppiate o più che raddoppiate. Si tratta di un elemento importante: lo specialista ad agende riservate per i controlli successivi e questo, oltre a garantire prestazioni nei tempi utili e necessari giudicati dal professionista, alleggerisce le agende pubbliche delle prime visite a cui accedono i medici di medicina generale e i cittadini attraverso il Cup.


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