Lavoro

Intelligenza artificiale, a rischio un quinto dei lavoratori toscani

Il dato è contenuto in un rapporto di Confartigianato che stima l'impatto dell'Ia sul mondo del lavoro. In Italia in bilico 8,4 milioni di occupati

L'intelligenza artificiale in Toscana mette a rischio il 21,1% dei lavoratori: oltre un quinto degli occupati. Il dato è contenuto in un rapporto stilato da Confartigianato Imprese che ha stimato l'impatto dell'Ia sul mondo del lavoro a livello nazionale. In Italia i lavoratori in bilico per la diffusione delle nuove tecnologie sono stimati in 8,4 milioni (36,2% degli occupati), con lavori di natura intellettuale e amministrativa a risultare più esposti.

Tuttavia l'Italia non è il Paese europeo peggio messo: il Lussemburgo spicca con un grado di esposizione del 59,4%, e anche Germania e Francia sono ad alto rischio per l'avvento massiccio dell'Ia con percentuali del 43 e del 41,4 per cento. 

Fra le regioni italiane sono Lombardia e Lazio quelle con la più alta percentuale di occupati, rispettivamente 35,2% e 32%. Seguono Piemonte e Valle d'Aosta (27%), Campania (25,3%), Emilia Romagna (23,8%), Liguria (23,5%), Sicilia (23,2%), Friuli Venezia Giulia (22,9%), Veneto (22,6%) e quindi appunto la Toscana. In coa la Basilicata (16,7%). 

“L’intelligenza artificiale – sottolinea in una nota il presidente di Confartigianato Marco Granelli – è un mezzo, non è il fine. Non va temuta, ma va governata dall’intelligenza artigiana per farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze, inimitabili, dei nostri imprenditori. Non c’è robot o algoritmo che possano copiare il sapere artigiano e simulare l’anima dei prodotti e dei servizi belli e ben fatti che rendono unico nel mondo il made in Italy”. La sfida è aperta.