Lavoro

Pescherecci in protesta contro lo stop alla pesca a strascico

Il nuovo provvedimento nel piano europeo sulla pesca secondo gli operatori del settore affonderà il lavoro di tanti pescatori con le loro famiglie

La protesta dei pescherecci

Pescherecci toscani in protesta a Porto Santo Stefano contro il piano di attuazione proposto dal Commissario europeo alla Pesca ed all’Ambiente Virginijus Sinkevicius che ad avviso dei lavoratori del settore rischia di affondare, insieme ai motopesca a strascico, centinaia di famiglie e le loro vite. 

Si è alzata stamani dal Porto di Santo Stefano a Monte Argentario, in provincia di Grosseto, la protesta di pescatori che hanno deciso di non uscire in mare per opporsi alle nuove linee europee che vogliono proibire, entro il 2030, la pesca a strascico ed imporre ulteriori restrizioni alle aree di pesca. 

Si tratta della seconda protesta in pochi mesi, dopo quella di Maggio quando le sirene dei pescherecci avevano suonato all’unisono per tutta la mattina. 

Sulla banchina di Porto Santo Stefano i pescatori, riuniti da Coldiretti Impresapesca e dalla Flai-Cgil, hanno esposto il pescato delle paranze: gamberetti, naselli, triglie e caponi per ricordare che, senza la pesca a strascico, dalle tavole di casa e dei ristoranti, sparirà la straordinaria varietà di pesci che sono alla base di molti piatti della tradizione marinara come la frittura di paranza e la zuppa di pesce simbolo di Livorno, recentemente inclusa nell’elenco regionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (Pat), diventando ufficialmente patrimonio culturale italiano. 

"Il Marine Action Plan - spiega Coldiretti Toscana in una nota - porterà il Paese alla totale dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti ittici. Secondo il Commissario europeo la pesca a strascico è dannosa per l'ambiente e per i fondali marini". Il piano è già passato in commissione europea.

“Il piano dell’Ue porterebbe alla sparizione entro il 2030 di tutte le imbarcazioni a strascico che garantiscono oggi il 60% del pescato che finisce sulle nostre tavole", prospetta Danilo Di Loreto, responsabile regionale Coldiretti Impresapesca.

"Il paradosso di questo disegno - prosegue Di Loreto - è quello di ritrovarci nel piatto, al posto del pescato fresco dei nostri mari che alimenta una filiera importantissima della nostra economia, gamberetti del Sud Est asiatico, gamberoni dell’Argentina e polpi dell’Atlantico". 

In Toscana la pesca a strascico produce due terzi dell’intero fatturato di tutta la marineria regionale. Un centinaio le imbarcazioni coinvolte

“Le nostre imbarcazioni non sono solo pescherecci - chiarisce Stefano Costanzo, armatore e titolare - ma aziende che danno lavoro a centinaia di famiglie. Già è un mestiere difficile. Da 220 giorni di lavoro, oggi possiamo lavorare non più di 150 tra fermi pesca, giornate aggiuntive e restrizione delle zone di pesca. Questo non ci permette già oggi di sopravvivere. Questo piano è il colpo di grazia”.