Attualità

Mare sempre più caldo, allarme corallo rosso

Nei fondali toscani il rischio scomparsa è concreto, come per gorgonie rosse e altri coralli biocostruttori. Le impressionanti immagini del collasso

La stessa colonia corallina nel 2017 e nel 2023

E' un vero e proprio tracollo quello a cui va incontro la presenza di corallo rosso sui fondali toscani. All'Argentario le fotografie scattate nello stesso punto nel 2017, nel 2020 e nel 2023 sono impressionanti, e testimoniano il rischio di scomparsa delle colonie dell'organismo marino. 

Fra i motivi principali per questa regressione rapidissima c'è l'innalzamento della temperatura delle acque marine, e a lanciare l'allarme documentando la progressiva scomparsa del corallo rosso è Simone Nicolini, istruttore subacqueo e titolare del centro immersioni Argentario Divers di Porto Ercole. 

Le foto sono scattate nel 2017, nel 2020 e nel 2023 sullo stesso punto della zona sud del promontorio, a 18 metri di profondità: “Ci immergiamo tutti i giorni nei fondali dell’Argentario e dell'isola di Giannutri - spiega Nicolini - e negli ultimi anni abbiamo visto degradare rapidamente interi ecosistemi soprattutto nella fascia da zero a trenta metri". 

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Non solo il corallo rosso, ma anche le gorgonie rosse e altri coralli biocostruttori molto importanti come la cladocora cespitosa, hanno subìto fenomeni di mortalità di massa: "A volte nel giro di pochi mesi e su aree molto estese, come sta accadendo anche in altre aree del mar Tirreno".

Dal rischio al pericolo è un attimo: "Si tratta di organismi fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi marini: la loro sofferenza determina una regressione dell’intero ciclo biologico".

Caldo e acidificazione: all'origine del fenomeno

Tra le cause principali di questo collasso c’è senza dubbio la crisi climatica e il caldo estremo degli ultimi anni che ha fatto innalzare sensibilmente la temperatura del mare. 

Lo scorso mese di Luglio il bacino del Mediterraneo ha fatto registrare temperature dell’acqua di 5-6°C al di sopra della media. Alcuni fenomeni di mortalità di massa delle gorgonie si sono registrati proprio in seguito alle recenti ondate di calore, compresa l’ultima della scorsa estate. Fenomeni analoghi infatti vengono registrati anche in altre regioni del Tirreno e in generale del Mediterraneo.

Oltre al surriscaldamento vanno considerati anche altri aspetti come l’acidificazione delle acque dovuta all’aumento di anidride carbonica nell’aria, l’inquinamento e le attività umane.

Gli hot spot negli abissi

Sul corallo rosso dell’Argentario è stato pubblicato recentemente anche uno studio dell’università politecnica delle Marche, basato sulle analisi dei ricercatori proprio in questa zona del promontorio.

“C’è anche qualche segnale positivo che ci fa sperare - conclude Nicolini – come la presenza di qualche colonia giovane che sembrerebbe adattarsi". Ma la trincea sono gli ecosistemi profondi, non intaccati dal riscaldamento e che fanno da ‘hot spot’ di ripopolamento e in futuro saranno la base per la ricostruzione degli ecosistemi superficiali.

I biologi marini e i ricercatori stanno anche sperimentando tecniche di ‘restoration’ per reimpiantare gli organismi in estinzione.