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I risultati sui gessi rossi della Tioxide

Arpat a seguito delle richieste della Regione Toscana e delle amministrazioni locali interessate, ha effettuato i controlli sulla radioattività

Tenendo conto che le analisi di laboratorio mostrano che i livelli di radioattività naturale dei gessi rossi sono molto più bassi di quelli riscontrati normalmente nei suoli, nelle rocce e nei materiali da costruzione, la verifica è stata dunque impostata su misure puntuali del rateo di dose da radiazione gamma, altrimenti detto irraggiamento esterno (che fornisce la dose oraria dovuta alla permanenza in quel punto) a maglia molto larga, con approssimativamente un punto per maglia di dimensione 150x150 metri quadrati.

Presupposto fondamentale dell'attività era l'assenza di pioggia (che interferisce con le misure in quanto porta a terra la radiazione gamma generata nell'alta atmosfera, e innalza il fondo ambientale) e l'accessibilità dei luoghi in sicurezza.

Dopo un lungo periodo in cui la discarica è stata impraticabile, tra il 13, in cui solo pochi punti erano accessibili, e il 21 novembre (punti quasi tutti accessibili) il personale del settore specialistico Arpat ha effettuato le misure previste nelle discariche piè di fabbrica e il cosiddetto disposal, vicino all'impianto di produzione gessi rossi.

Metodo di misura - Le misure di irraggiamento da radiazione gamma sono state effettuate tramite apposito strumento portatile, in 43 punti nei siti di smaltimento e in 3 punti fuori dall'impianto per confronto. Lo strumento è posizionato su un cavalletto a circa un metro di altezza

Esiti del monitoraggio - I valori misurati confermano che l'irraggiamento è molto basso, inferiori al fondo ambientale che normalmente si trova nel nostro territorio e molto inferiori ai livelli che caratterizzano le aree dove sono presenti rocce di origine vulcanica a chimismo intermedio acido, ovvero soprattutto in provincia di Grosseto e nelle isole, ma non nella piana di Scarlino, e molto marginalmente nella zona circostante.

Infatti, nei punti dove c'è solo gesso rosso, il livello è ai limiti strumentali, non superiore a 20 nGy/h (nanoGray/ora), mentre più frequentemente i valori di fondo ambientale variano tra 50 a 120 nGy/h, fino a oltre 200 nGy/h ad esempio sul Monte Amiata.

In pochi punti della discarica si misurano valori da 20 a 50 nGy/h, perché è presente anche terreno di riporto per il rinverdimento. Nei 3 punti di confronto (1 fuori dalla Tioxide e 2 sulla strada per Scarlino) i valori risultano 50-70 nGy/h.

Le verifiche effettuate nei siti di smaltimento dei gessi rossi confermano il quadro atteso, ovvero che i livelli di irraggiamento esterno sono i più bassi misurati in Toscana, inferiori al fondo ambientale che normalmente si trova nel nostro territorio e molto inferiori ai livelli che caratterizzano le aree dove sono presenti rocce di origine vulcanica a chimismo intermedio acido, ovvero soprattutto in provincia di Grosseto e nelle isole, ma non nella piana di Scarlino, e molto marginalmente nella zona circostante.

A fronte di tali evidenze, non vi è alcun presupposto per considerare i siti interessati dallo smaltimento dei gessi rossi come potenzialmente contaminati da attività antropica, né tantomeno che nel caso dei gessi rossi vi sia stato uno smaltimento o un reimpiego di materiali che non potessero essere trattati prescindendo dalle loro caratteristiche radiologiche. Dal punto di vista radiologico, i gessi rossi non contribuiscono all'esposizione alla radioattività naturale ma rappresentano di fatto un miglioramento alla situazione che più frequentemente si presenta in natura.