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Un bambino su dieci nasce prematuro

Le iniziative organizzate dalla patologia neonatale di Grosseto in occasione della giornata mondiale del prematuro. I dati dell'Ausl Toscana sud est

Nell'Ausl Toscana sud est un bambino su 10 nasce prematuro. A renderlo noto è la stessa azienda, annunciando le iniziative in programma in occasione della Giornata mondiale del prematuro, istituita nel 2008 e riconosciuta dal Parlamento Europeo grazie alla European Foundation for the Care of Newborn Infants.

La Patologia Neonatale di Grosseto coordinata dal dottor Marcello De Filippo organizza una festa per i piccoli prematuri e i loro genitori alla quale parteciperanno anche gli operatori sanitari che li accudiscono al Misericordia.

L'appuntamento è per domenica 17 novembre, dalle 15 in poi, nella Sala della Chiesa San Francesco. L'obiettivo è quello di creare un'occasione di incontro e confronto su un'esperienza comune. Contemporaneamente, in reparto, ci sarà una merenda con i genitori dei piccoli ricoverati e la consegna delle creazioni dell'associazione Cuore di Maglia.

"Nel 2019, fino a ottobre -  sottolinea l'Ausl sud est- sono 130 i neonati ricoverati in Patologia neonatale di Grosseto e di questi 41 sono affetti da prematurità".

"L'assistenza al prematuro al Misericordia- dichiara la dottoressa Susanna Falorni, direttore di Pediatria e Neonatologia- da molti anni si avvale di un team multidisciplinare composto da neonatologo, fisioterapista, neuropsichiatra, infermiera pediatrica, tecnico audiologico e pediatra di famiglia che prenderà in carico il neonato una volta a casa. Con questa gestione la famiglia è accolta e guidata, creando così un rapporto di fiducia ed empatia che va al di là dell'impegno professionale".

"Come riportano all'unanimità le linee guida nazionali e internazionali - si legge ancora nella nota dell'Ausl sud est- l'età femminile al di sopra dei 35 anni costituisce un fattore di rischio per le principali e più gravi complicanze della gravidanza, come diabete e ipertensione gestazionali e ritardo di crescita. Negli ultimi decenni si è assistito a un progressivo incremento dell'età materna, che è passata da 25 a circa 37 anni. Secondo l'esperienza del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) della Sud Est, l'età delle donne che ricercano tecniche di PMA è salita fino a una media di 40 anni, tanto che nell'ultima delibera regionale l'età limite si è spostata da 43 a 46 anni. In aggiunta a questo, il 40 per cento delle prestazioni riguarda l'eterologa femminile, legata alla ridotta riserva ovarica per età avanzata. Questi dati evidenziano come siano in costante e rapido aumento le pazienti con età materna avanzata, che avranno, quindi, maggiore possibilità di configurare casi di gravidanza ad alto rischio, con necessità di ambulatori dedicati per un'assistenza adeguata".