Attualità

La riserva naturale torna di proprietà pubblica

Il Consiglio Provinciale ha approvato la riacquisizione dei 200 ettari in gestione al Comune di Castiglione della Pescaia in comodato d'uso gratuito

La Riserva Naturale torna di proprietà della Provincia e altri 150 ettari saranno protagonisti di un progetto innovativo, si tratta del complesso della Diaccia Botrona.

La zona palustre compresa tra il Comune di Castiglione della Pescaia e quello di Grosseto, nel suo complesso consta di circa 2500 ettari, di cui quasi 1300 ettari compongono la riserva naturale della Diaccia Botrona e sono classificati, ai sensi della Convenzione di Ramsar, come “zona umida di importanza internazionale”, mentre i restanti 1200 ettari, detti area contigua, sono terreni agricoli attualmente coltivati a cereali da una trentina di privati e sono altrettanto importanti dal punto di vista ambientale per il mantenimento della biodiversità presente nella riserva stessa.

Il Consiglio Provinciale ha approvato la riacquisizione da parte della Provincia dei 200 ettari di riserva vera e propria (che andranno in gestione al Comune di Castiglione della Pescaia in comodato d'uso gratuito), che quindi rimarranno pubblici. Nella transazione saranno applicate alla Provincia le stesse condizioni dell’aggiudicazione e sarà previsto un pagamento dilazionato compatibile con il bilancio provinciale.

Con il federalismo demaniale 900 ettari, di cui 200 ricadenti nella zona della riserva e 700
in quelli dell’area contigua, sono passati dalla proprietà dello Stato alla Provincia, con
l'obbligo di venderli come stabilito nel decreto di trasferimento. Solo i 200 ettari, però,
erano soggetti a norme di tutela vincolanti, mentre gli altri 700 tornavano ad essere
“normali” terreni agricoli, gestiti come seminativi da una trentina di privati con contratti di
concessione da parte dell’Agenzia del Demanio.

La Provincia di Grosseto con l’amministrazione Limatola non potendo revocare la vendita dei terreni avviata dalla giunta Vivarelli Colonna, ha costruito e avviato un percorso che prevede una serie di tappe concrete per acquisirne nuovamente il controllo e, soprattutto, garantire la maggiore tutela possibile e lo sviluppo della biodiversità presente nella Diaccia.

Per i restanti 700 ettari di terreni di zona contigua di proprietà privata, il PTC, di prossima approvazione, prevederà le norme di tutela relative alle Riserve Naturali. Con la partecipazione della Fondazione Capellino, ente commerciale senza scopo di lucro proprietaria del 100% dell’azienda di alimenti per cani e gatti Almo Nature che destina alla Fondazione Capellino - pagati costi e tasse - i suoi ricavi, si darà vita nei 150 ettari ulteriori che i privati concedono alla Provincia, alla loro trasformazione in prati umidi funzionali alla Diaccia stessa, sotto la direzione tecnica di un pool di tecnici naturalisti coordinati da Roberto Tinarelli.

“Non abbiamo voluto assistere passivamente allo smembramento – afferma Francesco Limatola, presidente della Provincia – di una straordinaria porzione del nostro territorio. La Diaccia Botrona ha un senso in tutta la sua complessità, area della Riserva e terreni denominati come contigui. Il primo obiettivo è stato garantire l’integrità e per raggiungerlo abbiamo utilizzato tutti gli strumenti che siamo stati in grado di individuare. Il nostro è stato un vero cambio di passo per superare il timore che potessero esserci coltivazioni non
compatibili con la biodiversità e l’avifauna presente. L’accordo con Castiglione per la Riserva e il rapporto con la Fondazione Capellino è nato con questo presupposto.”

Le azioni previste relative ai 914 ettari si possono così riassumere:
- 215 ettari della Riserva Naturale torneranno di proprietà della Provincia di Grosseto, allo stesso prezzo dell’aggiudicazione e con pagamento dilazionato secondo le esigenze del bilancio provinciale. Il Comune di Castiglione li avrà in comodato d’uso gratuito;
- Dei circa 700 ettari di terreni privati o 150 ettari verranno dati in concessione alla Provincia e dati in gestione alla Fondazione Capellino o I terreni rimanenti, attualmente gestiti da privati come terreni seminativi, saranno tutelati nel Ptc e comunque destinati a coltivazioni cerealicole come avviene tuttora.