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Via i voucher contro il caporalato

Ok di Cgil Grosseto al disegno di legge Martina, ma viene chiesto un ulteriore sforzo per combattere il lavoro nero nelle campagne

"Apprezziamo il Ddl Martina e le scelte della Regione per contrastare caporalato e lavoro nero, ma non basta. Via i vaucher, introdurre tracciabilità dei pagamenti e nuovi indici di congruità". Così, la Cgil grossetana interviene in merito alle nuove misure avviate per contrastare la piaga delle campagne maremmane. 

Il ddl Martina, come segnalato dall'onorevole Luca Sani, propone la sottoscrizione di un protocollo d'intesa per impedire o sospendere l'erogazione di fondi comunitari alle aziende che ricorrono al caporalato o al lavoro nero in agricoltura. Una decisione che convince la Cgil grossetana anche se, secondo loro, così non basta.

"Pensiamo che non sia opportuno accontentarsi, - ha specifica il il segretario della Camera del lavoro, Claudio Renzetti - perché a nostro parere mancano ancora alcune misure che taglino definitivamente l’erba sotto i piedi a chi recluta lavoratori sfruttandoli e a chi li utilizza. In particolare, siamo convinti che i meccanismi di deregolamentazione e delegificazione del mercato del lavoro introdotti negli ultimi anni, anche se formalmente corretti, abbiano di fatto costituito una sorta di 'incubatore dello sfruttamento' di chi lavora nel settore agricolo e non solo. E in particolare per le qualifiche professionali più basse".

Dunque, ok all’introduzione di meccanismi più rigidi di controllo e l’estensione di alcuni reati anche a chi ricorre ai caporali, non più ai soli intermediari di lavoro illegale. 

"Auspicando che presto il Ddl Martina diventi legge, peraltro, - ha concluso - chiediamo di rivedere forme contrattuali spurie come i voucher, che per loro natura favoriscono l’evasione fiscale e contributiva. E chiediamo d’introdurre l’obbligo della tracciabilità dei pagamenti. Infine, chiediamo alla Regione di adottare nuove linee guida per gli indici di congruità".