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"Codice Rosa Bianca", task force nelle Asl

Il progetto prende spunto dall'esperienza della Asl di Grosseto che in pochi anni è riuscita a fare emergere la violenza sulle persone fragili

Una task force composta da Asl, Procure e Forze dell’Ordine contro la violenza che colpisce ogni anno in Italia le persone fragili o vittime di omofobia

Donne soprattutto, ma anche bambini, anziani, diversamente abili. Almeno tre milioni di cittadini indifesi, dice la somma di vari studi pubblicati in materia. La rivoluzione antiviolenza annunciata dalla Fiaso, la Federazione di Asl e ospedali ha già un nome, “Codice Rosa Bianca”, il progetto che da quasi cinque anni è realtà nella Asl 9 di Grosseto e che ora la stessa Federazione promette di esportare in tutta Italia, grazie a un protocollo sottoscritto il 16 dicembre con l’Azienda toscana, che farà da capofila per le altre Asl.

Il lavoro della squadra grossetana è composta da 40 persone tra medici, sanitari, forze dell’ordine, volontari, psicologi e assistenti sociali. L'intervento comincia da subito, dalla fase di accoglienza al pronto soccorso che i tecnici chiamano triage. Quando il paziente risponde alle domande di un infermiere specializzato, che assegna il codice di gravità, bianco, verde, giallo o rosso che poi darà seguito all’intervento sanitario vero e proprio.

Tutto senza mai esercitare pressioni sulla vittima, che non resta mai sola e che, se necessario, già al pronto soccorso fissa il primo appuntamento al consultorio o con un assistente sociale. L’assistenza psicologica scatta invece nella presa in carico successiva, dove entrano in gioco anche i centri anti-violenza o altre associazioni di aiuto.

"Un percorso a costo zero, che ha consentito di far emergere 450 casi di violenza sessuale e domestica l'anno, contro gli appena due casi in tre anni segnalati prima del 2009. Un andamento che si e' ripetuto anche negli altri pronto soccorsi della Toscana, dove il progetto e' attivo dal 2014", spiega il direttore generale della Asl di Grosseto, Fausto Mariotti. Che ricorda anche l'impegno profuso dall'Azienda per formare la task force, "soprattutto nella comunicazione e la relazione con la persona abusata, sia adulta che minore".