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Attualità martedì 17 marzo 2015 ore 14:39

Ippodromi toscani tra crisi e prospettive

Servizio di Serena Margheri

Il convegno in Consiglio regionale è stato organizzato per fare il punto sullo stato di salute del settore ippica, un'eccelenza regionale a rischio



FIRENZE — In Toscana di ippodromi ce ne sono ben sette, dislocati su tutto il territorio, dalla Maremma fino a Pistoia. Un comparto che impiega almeno 2000 persone e che vanta i migliori allenatori di trotto e galoppo, e i migliori cavalli. In Toscana il settore dell'ippica è un'eccellenza ma sta attraversando un momento di crisi dovuto anche al calo delle scommesse ed alla poca fidelizzazione dei nuovi e vecchi amatori. 

Ad oggi le risorse finanziare però sono poche ed incerte, come ha sottolineato Stefania Mastromarino, dirigente Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, presente durante il convegno, organizzato in Consiglio regionale ,"Gli ippodromi toscani nel quadro del sistema ippico nazionale. Prospettive per una politica di filiera”.

"Come Ministero possiamo promuovere una riorganizzazione di politiche di filiera verso una filiera unica dell'ippica, per aiutare le singole componenti di questo settore a sentirsi parte di un corpo unitario", ha concluso la Mastromarino durante il suo intervento.

Sono intervenuti il presidente della commissione agricoltura Loris Rossetti, il vicepresidente Roberto Benedetti e l’assessore regionale Gianni Salvadori, oltre a 

Gli ippodromi toscani in attività, che rappresentano un importante volano economico per i territori di riferimento, sono sette: il Torricella di Capalbio (Grosseto), il Visarno di Firenze, il Dei Pini di Follonica, il Casalone di Grosseto, il Caprilii di Livorno, il Sesana di Montecatini Terme e il San Rossore di Pisa.

Secondo il presidente del Coordinamento Ippodromi, Attilio D’Alesio, "L’ippica è un grande valore sociale, culturale, agricolo e sportivo di grande interesse pubblico e infatti, ormai da anni, è finanziata direttamente dallo Stato e gestita dal ministero delle Politiche Agricole. Che è necessario e urgente coinvolgere, come deciso unitariamente dalle parti sociali degli ippodromi: organizzazioni sindacali e associazioni ippodromi, sia la Conferenza delle Regioni che l’associazione nazionale dei Comuni nel rilancio e nella riforma dell’ippica nazionale." 


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