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Attualità martedì 06 settembre 2022 ore 18:28

Il caro energia stacca la spina all'agricoltura

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Secondo le stime degli atricoltori sono 3.000 le imprese che stanno lavorando in perdita e 900 rischiano la chiusura con 2.000 lavoratori in bilico



PROVINCIA DI GROSSETO — Tremila imprese agricole che stanno lavorando in perdita o giù di lì e 900 che rischiano la chiusura con 2.000 posti di lavoro a rischio: è la fotografia dell'agricoltura grossetana alle prese col caro energia e le bollette choc secondo le stime Coldiretti Grosseto.

L’esplosione dei costi di luce e gas si riversa a valanga su tutta la filiera agricola in un contesto già difficile a causa della siccità e degli eventi estremi che hanno danneggiato in Maremma il 30% della produzione agricola, gravando ulteriormente sui bilanci già penalizzati degli agricoltori a causa dei rincari che si rincorrono da un anno, ancora prima della guerra in Ucraina. 

Nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre fra i consumi indiretti ci sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica. In agricoltura si registrano rincari dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. 

Il comparto alimentare, illustra ancora Coldiretti Grosseto, richiede ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed elettricità, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro fino al riscaldamento delle serre nel comparto florovivaistico.

L'associazione degli agricoltori torna a invocare misure urgenti contro i rincari: “Le imprese agricole hanno raccolto di meno per effetto di un’annata climatica negativa che nella Toscana del sud, in particolare in Maremma, è stata disastrosa - afferma il presidente di Coldiretti Toscana e delegato confederale Fabrizio Filippi - ma stanno in compenso pagando molto di più per produrre". 

L'autunno fa paura: "I costi di ogni voce produttiva, dal gasolio ai concimi, dal nylon per le serre ai mangimi fino all’energia elettrica - prosegue Filippi - sono lievitati a dismisura progressivamente ormai quasi da un anno ma questi aumenti non sono stati certo bilanciati da una maggiore produzione o da maggiori guadagni". 


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