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Attualità martedì 27 settembre 2016 ore 10:50

​Pesca selvaggia a Giannutri, posidonia a rischio

Un gruppo di turisti si è rivolto a Legambiente per denunciare la deforestazione sottomarina causata dalle reti dei pescatori



GIANNUTRI ISOLA — Già nell’aprile 2014 un gruppo di persone che abita e frequenta l'Isola di Giannutri presentò all’Ente Parco dell'Arcipelago Toscano un esposto sull’attività di pesca professionale nelle acque dell’isola, in gran parte protette dai vincoli del Parco Nazionale.

Questi cittadini scrivevano: "Da più di un anno assistiamo ad eventi ripetitivi che hanno luogo nelle due aree marine non protette: Golfo dello Spalmatoio e Cala Maestra. Più di una barca di pescatori professionisti posa chilometri di reti nelle suddette aree marine, sconfinando il più delle volte nelle zone parco limitrofe e lasciando led reti in acqua anche per più giorni. Abbiamo assistito alla pulizia delle reti ed al rigetto in mare di centinaia di pesci morti e non commerciabili per dimensione e specie, senza contare i piccoli crostacei, le stelle marine e quant'altro contribuisce a rendere unico il mare di Giannutri".

Non avendo ricevuto nessuna risposta, lo stesso gruppo di cittadini nel luglio 2016 ha inviato un altro esposto denuncia, questa volta al ministero dell’ambiente - Direzione generale per la protezione della natura e del mare e per conoscenza ai Carabinieri del Noe, nella quale evidenziano che "Nessun provvedimento da parte degli enti preposti è stato preso da allora, con conseguenze per la fauna marina sempre più disastrose. 

Oggi dobbiamo aggiungere a quanto già esposto e denunciato, che pure la flora marina del golfo dello Spalmatoio e di Cala Maestra dell'isola di Giannutri, costituita in gran parte da posidonia oceanica è continuamente danneggiata dalla posa di chilometri di reti la cui corda di armamento piombata si incastra il più delle volte, a causa delle forti correnti di marea presenti sull'isola, nei banchi delle praterie marine che al momento del salpaggio con verricello, vengono strappate dai fondali. 

A noi risulta che la Poseidonea Oceanica è una pianta rigorosamente protetta e che debbono essere adottati tutti i provvedimenti necessari per la sua salvaguardia. E' evidente che i chilometri di reti posate e salpate con verricello su questi fondali, costituiscono un importante fattore di disturbo che comporta il degrado e la distruzione della Poseidonia Oceanica e che quindi necessita un intervento per impedire questo, come del resto è fatto obbligo dalle stesse leggi e regolamenti in merito".

Anche questo esposto è rimasto senza risposta e il gruppo di cittadini ha deciso di rivolgersi a Legambiente Arcipelago Toscano, che aveva già sollevato questi ed altri problemi di Giannutri.

Il responsabile del Cigno Verde per Giannutri, Emanuele Zendri, sottolinea che "Ormai da tempo alcuni abitanti dell’Isola di Giannutri denunciano la totale assenza di controllo dell’Isola da parte degli organi competenti. Da diversi anni gruppi di pescatori professionisti posano chilometri di reti da pesca a Cala Spalmatoio e a Cala Maestra entrando anche nella zona 1 e 2 del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. 

Queste reti rimangono lì per giorni e al momento di salparle i pescatori le ripuliscono gettando centinaia di pesci morti non commerciabili per dimensione e specie in mare, con un danno enorme alla fauna marina di Giannutri. Inoltre la corda di armamento piombata delle reti calata sul fondale, si incastra nelle praterie di Posidonia oceanica che al momento del salpaggio con verricello vengono strappate dai fondali creando un ulteriore danno all’ecosistema marino dell’Isola".

Anche secondo Legambiente: "I danni creati da queste azioni sono ormai sempre più evidenti a chi frequenta l’Isola per fare snorkeling e immersioni. I pesci sono diminuiti sempre più sia in numero che in taglia in controtendenza con l’effetto rifugio (nelle zone protette normalmente sono presenti gli individui di più grandi dimensioni) che ci si aspetterebbe all’interno di un Parco Nazionale. 

Un esempio per tutti: da anni a Cala Spalmatoio si rifugiava un branco numeroso di barracuda pinna gialla che tranquillamente sostava sotto le imbarcazioni. Questa presenza ormai divenuta stanziale è totalmente sparita dallo scorso anno e oggi non vi è più traccia".


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