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Cronaca giovedì 26 marzo 2015 ore 13:13

Contrabbando gasolio, Gip: "Giannetti il dominus"

L'organizzazione agiva tra l'Italia, il Regno Unito, la Repubblica Ceca, la Germania, la Romania e Malta. 8 arresti, accise evasa per 15 milioni



ROMA — Sei persone in carcere, due agli arresti domiciliari, decine di perquisizioni, anche all'estero, 21 unità immobiliari sotto sequestro, oltre quattromila tonnellate di carburante clandestino immesso in circolazione in Italia dal 2013 ad oggi, tasse non pagate all'erario per 15 milioni di euro. Sono alcuni numeri della frode scoperta dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma coordinata dalla procura e forte del supporto da Eurojust ed Europol nell'ambito dell'operazione "Storm oil".

Tutto è partito da un controllo casuale fatto su strada, a Roma nel 2013, nei confronti di un autotrasportatore: in apparenza sia la documentazione che il gasolio contenuto nella cisterna sembravano a norma. E invece i finanzieri hanno deciso di svolgere accertamenti più approfonditi e meticolosi per individuare l'intera filiera arrivando a identificare, tramite intercettazioni telefoniche e telematiche oltre a servizi di videosorveglianza, tutti i soggetti, dagli organizzatori del traffico agli acquirenti finali del prodotto, dagli autisti delle autobotti clandestine ai funzionari di banca compiacenti, per giungere sino agli studi professionali che hanno fornito un apporto determinante per l'ideazione della rete di società e rapporti finanziari strumentali alla commissione della frode.

Il carburante, acquistato nel nord della Germania, è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa in procura a Roma, era fittiziamente destinato a Grecia e Malta, ma in realtà veniva stoccato presso grossisti di Roma e Salerno, dove arrivava in contenitori di plastica trasportati su camion telonati. 

"I proventi dell'attività illecita - hanno spiegato il comandante del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza Cosimo Di Gesù ed il colonnello Edoardo Moro - venivano gestiti da società fantasma a Londra e Praga attraverso bonifici effettuati sul circuito bancario estero. L'inchiesta ha preso le mosse dal controllo eseguito su un camion e risultato, ma solo in apparenza, privo di irregolarità".

"L'associazione per delinquere finalizzata all'evasione fiscale - ha dichiarato il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani - operava tra Italia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Germania, Romania e Malta. Su richiesta dei pm Mario Palazzi e Silvia Sereni, il gip Maurizio Caivano ha emesso sei ordinanze in carcere ed eseguite nei sei paesi coinvolti nelle indagini: si tratta di Aristide Giannetti, ex presidente dell'Associazione industriali di Grosseto e considerato uno degli ideatori della frode, la sorella Beatrice, Andrea Morroni, Sebastiano Accaputo, Andrea Chiappelli e Adrian Sebastian Tulbure. Altri due, Francesco Tedesco e Massimiliano Santucci, considerati i referenti dei marcati di Salerno e Roma, sono finiti ai domiciliari.

Secondo il Gip è proprio Giannetti  il dominus dell'organizzazione che dopo aver comprato il gasolio in Germania lo faceva arrivare nei porti di Napoli e Bari per poi farlo arrivare in Grecia e Malta. Aristide Giannetti, nato a Grosseto il 31 luglio 1975, era non solo il vertice della ditta di trasporti di famiglia ma per il gip Maurizio Caivano il manager "ha impartito, senza soluzione di continuità, le direttive necessarie a garantire l'operatività e la sopravvivenza dell'associazione mediante la programmazione dell'attività criminosa e l'indicazione delle località di scarico del prodotto petrolifero, coordinandosi personalmente con gli altri indagati ed eseguendo le operazioni finanziarie necessarie per garantire nuove forniture di prodotto energetico". Giannetti, già presidente di Assindustria, è uno degli imprenditori più noti dell'area di Grosseto.


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